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 Progetto Culturale - Punto di vista - Il cantico di Dio, uomo e natura 

n° 184 - 24 giugno 2015

Il cantico di Dio, uomo e natura

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Per capire la questione     

È il concetto di ecologia integrale, il cuore dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, colui che per ammissione dello stesso Pontefice ha scritto la prima stesura del documento, non ha dubbi e l’ha sottolineato davanti ai giornalisti di tutto il mondo, oltre 300, durante la cerimonia di presentazione del testo, avvenuta nell’Aula Nuova del Sinodo e non, come di consueto, nella Sala Stampa della Santa Sede. L'enciclica papale - la seconda dopo la Lumen fidei, scritta a quattro mani con Benedetto XVI, è il secondo documento bergogliano dopo l'esortazione apostolicaEvangelii Gaudium - 192 pagine, sei capitoli, due preghiere finali) esce oggi in sei lingua (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, arabo).

Location eccezionale, dunque. Come del resto un documento lungamente atteso (“Raramente – ha sottolineato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi – mi è capitato di vedere tanta aspettativa di fronte a un testo papale”), preparato con il coinvolgimento di esperti di diverse discipline e inviato ai vescovi di tutto il mondo il 16 giugno via e-mail, con un “biglietto” di accompagnamento scritto di proprio pugno da Francesco:“Caro fratello, nel vincolo di unità, carità e pace in cui viviamo come vescovi, ti invio la lettera enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune, accompagnata dalla mia benedizione. Uniti nel Signore. E per favore non dimenticarti di pregare per me”.

Durante la conferenza stampa, Turkson, partendo dal concetto centrale, cioè un “paradigma in grado di articolare le relazioni fondamentali della persona con Dio, con se stessa, con gli altri esseri umani, con il creato”, ha spiegato che cosa significa “ecologia integrale” e come viene declinata nelle diverse parti dell’enciclica. In pratica si tratta di una visione nuova, (“La convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso”) che “ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita”. 

Ecco perché è in questa cornice che vanno collocati i diversi temi trattati da documento. Ad esempio, ha spiegato il cardinale, “l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta; la critica al nuovo paradigma e alle forme di potere che derivano dalla tecnologia; il valore proprio di ogni creatura; il senso umano dell’ecologia; la necessità di dibattiti sinceri e onesti; la grave responsabilità della politica internazionale e locale; la cultura dello scarto e la proposta di un nuovo stile di vita”. L’invito, infine, “a cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso”. 

Il porporato ha anche parlato dell’atteggiamento complessivo dell’enciclica: “Papa Francesco riconosce che nel mondo si va diffondendo la sensibilità per l'ambiente e la preoccupazione per i danni che esso sta subendo. Tuttavia mantiene uno sguardo di fiduciosa speranza sulla possibilità di invertire la rotta”. Per questo, ha aggiunto, “egli fa suo il lamento del pianeta, maltrattato e saccheggiato”, i cui gemiti “si uniscono a quelli di tutti i poveri e tutti gli scartati del mondo, che il Papa invita ad ascoltare”.

Mimmo Muolo

Avvenire, 18 giugno 2015

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